Nessun genitore dovrebbe seppellire il proprio figlio. Eppure è una realtà condivisa dalle famiglie di tutto il mondo. La perdita di un figlio cambia improvvisamente la percezione del tempo. Lo spettacolo racconta una storia di separazione, speranza e memoria che trascende le barriere del tempo e dello spazio. Lo spettacolo presenta una famiglia composta da madre, padre e figlio, dove quest’ultimo è costretto a partire per la guerra. Utilizzando la danza per rappresentare i diversi periodi della vita di una famiglia, questo spettacolo offre una riflessione sul passato, sul presente e sul futuro. Questi tre punti nel tempo si mescolano e si confondono nel corso della performance. Lo spettacolo inizia con un flashback di un ritratto di famiglia.
Il passato illustra i sogni e i progetti di una vita. Il presente, invece, sembra congelato e immobile. Il dolore è silenzioso. Nel futuro, i genitori continuano a vivere con il ricordo del figlio perduto. “Dear son” è un’esperienza artistica che invita il pubblico a riflettere sulla fragilità della vita e sulla forza dell’amore familiare, anche nei momenti più bui della storia. In una società contemporanea segnata dalla persistenza della guerra e delle sue conseguenze, questo spettacolo vuole creare uno spazio di riflessione in cui l’amore e la memoria trascendono la morte.
Coreografia: Simone Repele e Sasha Riva
Interpretazione: 3 danzatori
Disegno Luci: Alessandro Caso
Distribuzione: Daniele Cipriani
Produzione: Riva & Repele, Le Voisin